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Vittorio Benussi

Vittorio Benussi, nato a Trieste nel 1878, è stato fondatore, nel 1919, della scuola di Psicologia dell’università di Padova.

Perfetto bilingue, fra il 1902 e il 1918 Benussi era divenuto un’autorità scientifica internazionale grazie alle sue ricerche fenomenologiche-sperimentali sulla percezione visiva, all’università austriaca di Graz. Lì interagiva con i più importanti ricercatori dell’epoca, come Carl Stumpf e Georg Elias Müller, e vi compì scoperte che sarebbero state utilizzate dai fondatori della psicologia della Gestalt, come Max Wertheimer, Kurt Koffka e Wolfgang Köhler. Nel grande congresso internazionale di Gottinga del 1914 espose 23 leggi sulla percezione da lui scoperte. Progettava e costruiva strumenti innovativi per lo studio della percezione.

Alla fine della prima guerra mondiale Benussi scelse l’Italia, approdando all’Università di Padova, dove nacque così, dopo Roma, Torino e Napoli, la psicologia sperimentale come disciplina universitaria. Benussi venne nominato prima professore incaricato e poi (nel 1922) professore ordinario, all’interno della facoltà di Lettere e filosofia.

In una Padova stremata dalla guerra, Benussi non poteva però contare su strumentazioni sperimentali né su sostanziosi finanziamenti pubblici per le sue ricerche d’avanguardia; tuttavia, ricevette aiuti da privati affascinati dalla nuova scienza e dalla sua genialità. Lo studioso pagava anche il prezzo della lontananza, non tanto geografica quanto culturale e scientifica, dai centri mondiali della nuova disciplina.

Fra il 1919 e il 1927, anno della sua morte a soli 49 anni, Benussi svolse comunque un lavoro scientifico straordinariamente intenso ed originale. Fu un ricercatore puro, ma riuscì comunque a coinvolgere un numero crescente di giovani nei suoi studi, formando anche allievi di grande talento come Cesare Musatti, suo successore, e Silvia De Marchi, prima donna in Italia a laurearsi in psicologia sperimentale.

Nel settore della ricerca sulla percezione Benussi, riuscì a trasferire note illusioni ottico-geometriche dal piano spaziale al piano temporale. Nel settore della ricerca sulla percezione dello scorrere del tempo, scoprì che le nostre deformazioni soggettive avvengono solo nel senso dell’accorciamento: quando ci sembra che il tempo “si allunghi”, siamo in realtà vicini a percepire la sua durata fisica o oggettiva, quella dell’orologio. Mediante “analisi pneumografiche” scoprì in termini matematici che le fasi della respirazione in un soggetto variano se egli risponde con sincerità o invece mentendo a delle domande. Fu il primo accademico in Italia a svolgere corsi sulla psicoanalisi freudiana.

Le ricerche di Benussi più originali e sorprendenti sono quelle pubblicate nel 1925 con il titolo “La suggestione e l’ipnosi come mezzi di analisi psichica reale“, che indagano in modo scientifico e sperimentale un territorio di frontiera trascurato dai ricercatori convenzionali. È una rivoluzione concettuale: per la prima e unica volta nella storia della psicologia mondiale, la suggestione e l’ipnosi non vengono usate come metodiche clinico-terapeutiche, ma come strumenti atti a studiare minutamente e a scomporre i complessi processi del pensiero cosciente.

Uomo dotato anche di una straordinaria sensibilità umana – e quindi anche creativa vulnerabilità -, Benussi viene descritto spesso come una figura quasi eterea, con un’espressione sempre pensosa, ma insieme dolce. Si suicidò il 24 novembre 1927 con una tazza di tè al cianuro, alla vigilia di un convegno in suo onore.

Approfondimenti

Vittorio Benussi: il fondatore della psicologia padovana (Il Bo Live)

L’evoluzione della psicologia a Padova: da Benussi a Metelli (collezione Phaidra)