(Bernkastel-Kues, 1401-Todi, 11.8.1464)
Il tedesco Nicolò da Cusa, giurista, filosofo e filologo, è uno degli studenti stranieri illustri raffigurati da Gian Giacomo Dal Forno nella Sala dei Quaranta a Palazzo Bo. Proveniente dai territori di Heidelberg, città nella quale si immatricolò nel 1416, si trasferì a Padova già forse l’anno successivo. Ospite del suo maestro Prosdocimo Conti probabilmente dal 1420, si addottorò in diritto canonico tre anni più tardi. In città strinse amicizia, tra gli altri, col medico e matematico Paolo dal Pozzo Toscanelli.
Durante la sua attività al servizio dell’arcivescovo di Treviri, fu allievo a Colonia di Eimerico da Campo, accostandosi al pensiero di Alberto Magno e alla mistica medievale; in questo stesso periodo trovò 12 commedie di Plauto fino ad allora ignote. Prese parte dal 1432 al concilio di Basilea e successivamente al concilio a Ferrara dal 1438, e fu inviato a Costantinopoli per invitare i greci a parteciparvi. Fra il 1438 e il 1440 compose la sua opera più celebre, il De docta ignorantia. Fu proclamato cardinale da Papa Niccolò V nel 1448. Nominato legato del Papa in Germania, in terra tedesca mise in atto una riforma ecclesiastica che suscitò forti opposizioni, che sfociarono in un lungo e aspro scontro con Sigismondo d’Asburgo, conte del Tirolo. Risalgono a questi anni l’Idiota (1450) e il De pace fidei (1453), oltre a numerosi scritti filosofico-teologici e matematici. Dal 1458 fissò la sua residenza a Roma, dove divenne consigliere del papa Pio II, anche nell’organizzazione della crociata bandita dallo stesso pontefice.
Il restauro della tela di Nicolò Cusano è stato sostenuto Criocabin S.p.A.