Dopo le rettorie plurinazionali attestate nel 1228 e nel 1241, la struttura delle corporazioni studentesche è ben configurata negli statuti degli studenti giuristi dove, a partire dal 1260, è riconosciuta l’attività di alcuni scolari prevenienti da varie parti d’Europa che avevano ricoperto la carica di rettore e che si erano distinti per aver contribuito alla realizzazione degli statuti stessi.
Gli scolari erano distinti in due gruppi, gli Oltremontani (o Transalpini) e i Citramontani e divisi a loro volta in gruppi nazionali (nationes) che nel XIV secolo sono nove per gli Ultramontani e dieci per i Citramontani (o Cisalpini).
Questi gruppi di scolari confluivano in due distinte associazioni, strettamente collegate tra loro, che avevano a capo due rettori o, in diverse occasioni, uno solo alternato tra il gruppo dei Transalpini e dei Cisalpini. Come per Bologna, anche a Padova, sono gli studenti che approvano gli statuti, eleggono i rettori all’interno del corpo studentesco e scelgono i docenti, retribuendoli con il ricavato di collette.
A Padova il primo nucleo degli studi è incentrato sulle leggi; anche per questo i giuristi, esercitano a lungo nell’Università, sia come scolari che come docenti, un predominio assoluto. I seguaci delle arti, invece, erano incorporati nell’Università dei legisti dai quali dipendevano, non avendo diritto di rappresentanza. Dottori erano infatti solo i lettori legisti, maestri invece, gli altri. Ma nel 1399 si costituiscono l’Universitas iuristarum (nella quale si coltivano diritto civile, diritto canonico e teologia) e l’Universitas artistarum (dove si coltivano invece medicina, filosofia, grammatica, dialettica, retorica e astronomia) ciascuna con un proprio rettore, propri statuti e la possibilità di legiferare. La riunificazione delle due università si avrà nel 1813.
Nel Cinquecento quello di Padova è un centro di studi molto celebrato che richiama un numero molto alto di studenti che provengono da ogni parte d’Italia e d’Europa. Le nationes erano a quel tempo 22 per l’Università giurista e sette per quella artista e tutte avevano un ruolo molto importante all’interno della vita accademica tra cui la nomina dei consiglieri che assistevano il rettore nel governo della rispettiva Università.
Di tutte le nazioni, quella germanica era la predominante per numero di iscritti, per speciali privilegi, per l’influenza che esercitava. Importanti erano anche quella polacca, quella gallica e l’anglica. In tutte, lo spirito di corporazione era molto sentito. Gli scolari erano tenuti infatti a iscriversi sia nelle matricole generali dell’Università, sia in quelle della rispettiva nazione d’appartenenza e potevano far rivivere nell’ambito della propria nationele proprio tradizioni. Molti degli scolari appartenevano alla nobiltà, altri erano borghesi, laici o chierici, ricchi con precettori e servi ma anche studenti più poveri, ospitati nei vari collegi istituiti da benefattori, oppure mantenuti da mecenati o da sussidi forniti dalla nazione d’appartenenza.
Non tutti gli studenti a Padova completavano l’intero corso di studi; alcuni venivano per ascoltare professori famosi, per perfezionarsi, per completare gli studi, per ottenere quel titolo dottorale che, conseguito a Padova, garantiva loro l’accesso ai più alti incarichi.
La sfaldamento degli organi di autogoverno e la perdita dei poteri e dei privilegi delle universitates studentesche inizia a farsi sempre più forte a partire dalla fine del XVI secolo.
Timbro (aquila bicipite coronata) Nazione Germanica Artista 1546-1801
Nel 1738 il governo dell’università, fino ad ora demandato agli studenti, passa ai professori, tra i quali vengono eletti i prorettori o i sindaci delle due università. I Riformatori avocano a sé la carica di rettori e vengono soppressi i consiglieri delle nazioni. Questo momento segna il passaggio definitivo dalla medievale università ‘degli studenti’ a una università ‘dei professori’ destinata a rimanere tale, nella sostanza, fino ai giorni nostri.