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Il Teatro Anatomico

È a Padova, e in particolare nello Studio patavino, che nasce la moderna anatomia. E proprio qui nel 1594, per iniziativa del medico e anatomista Girolamo Fabrici d’Acquapendente, viene disposta la costruzione di un teatro anatomico stabile, primo esempio al mondo di struttura permanente creata per l’insegnamento dell’anatomia attraverso la dissezione di cadaveri.
Questo si sostituisce definitivamente alle strutture provvisorie, ormai inadatte all’importanza che aveva assunto la disciplina, allestite e smontate all’occorrenza, nelle quali gli anatomisti precedentemente tenevano le loro lezioni ed eseguivano gli interventi.

L’opera, finanziata da fondi statali, viene inaugurata il 16 gennaio del 1595. Non si sa con certezza chi ne abbia progettato la struttura, un cono rovesciato interamente in legno articolato su sei livelli e cerchie via via più larghe dal basso verso l’alto, di ampiezza variabile tra i 7,56 e i 2,97 metri.

All’interno l’illuminazione è assicurata solo da candele fino a quando, nell’Ottocento, viene aperto sul soffitto un lucernario (poi fatto richiudere).
Per tre secoli il Teatro ha ospitato, come aula-laboratorio, le lezioni di anatomia e le dissezioni dei cadaveri. Qui la lezione era generalmente tenuta da un professore e da due studenti (massari) con funzione di assistenti e, per rendere l’atmosfera meno cupa, era frequente l’esecuzione di musiche dal vivo.

Nel 1872 la facoltà medica si trasferisce da Palazzo Bo ai locali dell’ex convento di San Mattia e l’attività del Teatro Anatomico, simbolo della scuola medica padovana, si interrompe. Il 5 maggio 1874 il medico e anatomista Giampaolo Vlacovich tiene qui l’ultima lezione.

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