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Il Caffè Pedrocchi

È il 1772 quando il bergamasco Francesco Pedrocchi apre a Padova una bottega del caffè. Si sta diffondendo velocemente, proprio a cavallo tra i due secoli, la moda per questa nuova bevanda e il figlio Antonio, ereditata dal padre la proprietà, decide di acquistare l’intero isolato e gli immobili vicini per realizzare un vero e proprio stabilimento per la torrefazione, la conservazione e la mescita del caffè. Il progetto, presentato alle autorità comunali nel 1826, viene affidato all’architetto e ingegnere veneziano Giuseppe Jappelli che nel 1831 consegna un edificio eclettico di stile neoclassico che appare come una galleria che si sviluppa parallelamente alla centralissima via 8 Febbraio,  aperta su due porte a nord e a sud che restano volutamente spalancate sia di giorno che di notte (fino al 1916).
Nel 1839 viene realizzato il ‘Pedrocchino’, ambiente in stile neogotico destinato a ospitare la pasticceria, mentre nel 1842 in occasione del IV Congresso degli scienziati italiani, viene inaugurato il piano superiore o ‘piano nobile’ destinato alle feste, agli incontri e agli spettacoli e a ospitare il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea.
Lasciato in eredità al figlio di uno dei suoi aiutanti, il Caffè Pedrocchi diventa di proprietà del comune e di tutti i padovani nel 1891 per volontà dello stesso proprietario.

Questo elegante edificio, uno dei più famosi caffè storici e letterari d’Italia dell’Ottocento, è frequentato fin da subito da artisti, letterati italiani ed europei. Con le sue tre sale, Bianca, Rossa e Verde in omaggio al tricolore italiano, era luogo di ritrovo per la borghesia padovana ma anche luogo aperto a tutti. Nella sala Verde (ancora oggi destinata a chi voglia fermarsi senza l’obbligo di consumazione) potevano fermarsi infatti, senza consumare nulla ma semplicemente per leggere un giornale, anche gli studenti più squattrinati. Da qui sembra aver origine il detto ancora oggi in uso “restare al verde”.

La sala Bianca, invece, conserva in una parete il foro di un proiettile esploso l’8 febbraio 1848, nel corso della guerriglia tra studenti, padovani ed esercito austriaco, ed è anche nota come ambientazione scelta da Stendhal per il suo romanzo La certosa di Parma.

Quella Rossa, infine, costituisce il nucleo centrale del Caffè Pedrocchi, dove si trova ancora oggi il bancone originale costruito su disegno dello Jappelli.