(Venezia, 16.10.1625 – Padova, 18.6.1697)
Il padre di Gregorio Barbarigo, il senatore della Repubblica Francesco, uomo religiosissimo, si occupò personalmente dell’educazione filosofica e matematica del figlio, che si arricchì poi anche con lo studio di latino, greco e musica. Imparò le lingue grazie ai numerosi viaggi giovanili a Munster, Amburgo, all’Aia, ad Amsterdam, a Copenaghen e Leida.
Ad avviarlo alla carriera ecclesiastica fu Fabio Chigi, futuro papa Alessandro VII, divenuto sua guida spirituale. Questi gli consigliò di iniziare il suo percorso con gli studi universitari e, dunque, una laurea in diritto. Barbarigo si iscrisse dunque all’università di Padova e seguì le lezioni di Giacomo Sala, Paolo Dotto, Scipione Gonemi e del teologo domenicano Girolamo Ercolani. Si laureò il 23 settembre 1655 e tre mesi più tardi venne ordinato sacerdote; meno di due anni dopo era già vescovo di Bergamo e nel 1664 si trasferì Padova, per diventare poi cardinale.
In ambito accademico il suo nome ritorna nella vicenda di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, alla quale impedì di addottorarsi in teologia, nonostante il teologo e giurista padre Felice Rotondi avesse dato parere positivo. Grazie alla mediazione di Carlo Rinaldini, professore all’università di Padova e insegnante della Cornaro, Barbarigo concesse alla donna di ottenere la laurea in filosofia nel giugno del 1678.
È importante la sua opera di risistemazione del Seminario, che ampliò sia negli spazi (anche con una stamperia in grado di stampare con caratteri greci, arabi ed ebraici e con una biblioteca arricchita) che nella didattica, tanto da inserire, per la formazione dei missionari, l’insegnamento delle lingue orientali.
Il 3 luglio 1723 fu iniziata la pratica della sua beatificazione, che si concluse il 26 maggio 1960 con la canonizzazione da parte di Giovanni XXIII.