(Chioggia, 1318/30-Abbiategrasso, 19.10.1388)
Figlio di Jacopo e Zaccarotta Centrago, ricevette la prima formazione culturale a Chioggia sotto la guida del padre, passando poi a Bologna e Padova, attestato come medico già nel 1349, insegnò astronomia, logica e medicina a Padova dal 1354 circa.
Fu chiamato a Pavia da Galeazzo Visconti come medico di corte e docente nello Studio ticinese appena fondato.
Insegnò per breve tempo a Firenze e dopo il 1368 s’intrattenne a Padova per qualche anno, dove divenne amico e medico di curante di Francesco Petrarca negli ultimi anni di vita del poeta. Perfettamente inserito nell’alta società di Padova carrarese per censo e rapporti familiari, entrato in collisione con Francesco il Vecchio da Carrara, accettò l’invito di Gian Galeazzo Visconti, futuro primo duca di Milano, per tornare a Pavia. Morì mentre era in procinto di partire per Genova e il suo corpo fu poi sepolto nel battistero del duomo di Padova.
Oltre ad alcuni testi di medicina e di orazioni accademiche, lasciò lettere latine, testimoni di una fitta rete di rapporti culturali e personali. Viene talora considerato come uomo dal sapere universale e “precursore di Leonardo da Vinci” per la sua forte propensione alla pratica e all’esperienza. Fu inventore dell’astrario, macchina astronomica complessa, iniziata a Pavia verso il 1365 e conclusa verso il 1381, capolavoro della orologeria di precisione tardomedievale, nella quale, grazie a un unico meccanismo a pesi, differenti facce mostravano sia le ore solari sia i moti dei pianeti allora noti; andata distrutta forse nel secolo XVI, è nota grazie al Tractatus Astrarii, tramandato da vari manoscritti illustrati, che in tempi recenti servirono per realizzarne alcune ricostruzioni, una delle quali donata nel 2003 all’Università di Padova ed esposta nella Basilica di Palazzo Bo.