(Forlì, 25.2.1682 – Padova, 5.12.1771)
L’anatomista forlivese, noto per aver posto le basi della moderna anatomia patologica, si era trasferito appena sedicenne a Bologna, dove il 16 luglio 1701 aveva conseguito la laurea in filosofia e medicina. Venne chiamato a Padova nel 1711 per insegnare medicina teorica nella cattedra rimasta vacante per il trasferimento di Antonio Vallisneri senior. Quattro anni più tardi ottenne la prima cattedra di anatomia, che occupò fino alla morte.
Giovanni Battista Morgagni
La sua opera più importante è il De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis (1761), nella quale espone il metodo anatomo-clinico legato al suo nome e comprende settanta “lettere anatomico-mediche” in ciascuna delle quali prende in considerazione un’entità morbosa o sindromica, presentando in tutto circa settecento casi. Nel trattare i casi, Morgagni compì una revisione pressoché completa della letteratura precedente, confrontandola con le proprie osservazioni, e servendosi di esami comparativi, dapprima separatamente fra reperti anatomici e fra sintomi clinici e poi stabilendo legami fra questi.
Nel trattato sono descritte per la prima volta molte sindromi, come quella da polso raro permanente con crisi epilettiformi, oggi chiamata sindrome di Morgagni-Adams-Stokes; la cirrosi epatica, l’iperostosi frontale, varie specie di aneurismi, l’ulcera gastrica, la polmonite lobare, l’atrofia giallo-acuta del fegato, la tubercolosi renale, la localizzazione controlaterale delle lesioni cerebrali nell’emiplegia, e molto altro.
Morgagni insegnava a Padova da quasi 50 anni quando, nel 1770, decise di comprare una tomba all’interno della chiesa di san Massimo non lontana dalla casa in cui viveva, per sé, per la sua famiglia, ma anche per quei professori dell’università di Padova che avevano bisogno di una sepoltura. Quando la tomba venne aperta per la prima volta nel 1868 si trovarono 11 crani e altri resti ossei.
Approfondimenti
Individuati grazie al dna i resti del Morgagni (Il Bo Live)
QR code e realtà aumentata per il museo di Anatomia patologica Morgagni (Il Bo Live)