La prima laurea in ingegneria civile al femminile all’Università di Padova porta il nome di Elvira Poli: accadeva cent’anni fa, il 25 novembre del 1920. Una pioniera, Elvira: la notizia echeggiò anche sulla stampa, tanto la sua conquista era stata singolare. Perfino la domenica de Il Corriere le dedicò qualche riga: “Per merito della signorina Elvira Poli di Belluno, le donne venete possono ora vantarsi di avere la loro rappresentante fra i laureati in Ingegneria. La signorina Poli ha conseguito recentemente la laurea presso la Scuola di Applicazione di Padova. Allora in Italia le donne laureate in ingegneria si contavano su di una mano, e avanzava pure. La prima era stata Emma Strada, ingegnera a Torino già nel 1908. Nel 1875, il regolamento Bonghi aveva aperto per la prima volta le porte delle università del regno d’Italia alle donne, alle stesse condizioni degli uomini. La prima in assoluto a laurearsi in una università italiana era stata Ernestina Paper, in medicina, a Firenze nel 1877, E risalgono al 1881 le prime lauree al femminile in scienze, quelle di Evangelina Bottero e di Carolina Magistrelli. Furono 224 a conseguire la laurea tra il 1877 e il 1900, di cui la metà circa in grandi università del Nord Italia, quali Torino, Pavia e Padova.
Proprio a Padova Elvira si sarebbe iscritta nel 1917. Ragazza di buona famiglia, con un padre avvocato, Guglielmo Poli, era nata nel 1893 ad Agordo. Nel suo certificato d’iscrizione per l’anno accademico 1918/19 alla Scuola d’Applicazione per Ingegneri, alla voce “annotazioni” compare una parola: profuga. Dopo la disfatta di Caporetto, infatti, nel novembre del 1917, decine di migliaia di profughi bellunesi erano fuggiti dalle proprie case.
Così aveva fatto anche la famiglia Poli, rifugiandosi a Firenze. Elvira, però, si trasferì presto a Padova come studentessa universitaria, fino alla laurea in Ingegneria civile, conferitale il 265 novembre dal rettore Luigi Lucatello.
Negli anni a venire, Elvira Poli non avrebbe aperto uno studio professionale, ma avrebbe esercitato nel campo dell’Ingegneria e sarebbe stata vicepresidente dell’associazione italiana Donne ingegnere e architetto dalla fondazione nel 1957 sino al 1969. Morì nel 1977 a Castion, nel bellunese, nella villetta dove si era ritirata con il marito – e ingegnere – Vittorio.
Estratto da: Raccontami di lei: ritratti di donne che da Padova hanno lasciato il segno / a cura della redazione de Il Bo live. – Padova: Padova UP, 2020. – ISBN 978-88-6938-225-3
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