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Cesare Cremonini

(Cento, 1550 – (?), 18.07.1631)

Probabilmente è lo Studio di Ferrara quello in cui si forma e si laurea e in quello stesso Studio, nel 1578, viene nominato docente straordinario di secondo luogo di filosofia naturale. Con il medesimo titolo inizia a insegnare a Padova a partire dal 1591, anno in cui anche compare tra i protagonisti della battaglia della universitas artistarum contro il Gymnasium Patavinum della compagnia di Gesù. Uno scontro dal quale riesce ad ottenere che nel collegio gesuitico potessero essere ammessi, quali allievi, esclusivamente i membri della Compagnia difendendo in questo modo l’Università di Padova dalle mire egemoniche della curia papale e della stessa Compagnia di Gesù. Un evento, questo, che rende Cremonini malvisto dalla nobiltà veneta filo papale del tempo e per il quale sarà  messo sotto processo dall’Inquisizione romana.

Interprete e sostenitore dell’epistemologia e della fisica aristoteliche, viene promosso tra il 1601 e il 1602 sempre allo Studio di Padova, al primo luogo di filosofia naturale; negli anni successivi è protagonista di numerose polemiche con figure simbolo della cultura del tempo, da Galileo a Giorgio Raguseo e molti altri ancora.

Patrono per decenni della Natio germanica artistarum dello Studio di Padova, natio nella quale erano presenti molti studenti protestanti, promuove con forza l’istituzione, avvenuta nel 1616, del Collegio veneto artista, che concedeva le lauree per autorità della veneta Repubblica sottraendo così i candidati alla prescritta professione di fede.

Cremonini viene oggi considerato intelligente docente universitario che si servì del proprio ruolo per difendere la tolleranza e garantire spazi di libertà civile anche per i propri studenti.