Giuseppe Colombo, conosciuto come Bepi (Padova, 2 ottobre 1920 – Padova, 20 febbraio 1984) è stato un matematico, fisico, ingegnere e un astronomo, che in passato con i suoi studi ha dato importanti contributi allo studio del pianeta. Fu lui a dimostrare la correlazione tra periodo di rotazione e periodo di rivoluzione di Mercurio. Fu sempre Colombo, invitato dalla Nasa a discutere sulla missione Mariner 10 in programma per il 1973, a proporre una modifica della traiettoria della sonda così da consentire non un solo incontro con il pianeta, ma ben tre, soluzione che fu in grado di fornire una quantità di dati assai maggiore.
Con una laurea in matematica alla Scuola normale superiore di Pisa, Giuseppe Colombo inizia la sua carriera all’Università di Padova nel 1944 come assistente alla cattedra di Meccanica razionale, fino a diventare professore ordinario nel 1955. Dopo aver insegnato alcuni anni anche a Catania, Modena e Genova, nel 1961 viene chiamato alla cattedra di Meccanica delle vibrazioni, di nuova attivazione in Italia, nella facoltà di Ingegneria dell’uUniversità di Padova. Gli viene affidato anche l’insegnamento di Meccanica celeste nella facoltà di Scienze (e dal 1974 alla Scuola normale superiore di Pisa) e dal 1982 la cattedra di Vettori e veicoli spaziali. Alla docenza in Italia alterna collaborazioni didattiche e di ricerca con numerosi istituti Oltreoceano, come l’Harvard College Observatory, lo Smithsonian Astrophysical Observatory, il Massachussetts Institute of Technology, il California Institute of Technology, il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.
È il 1958 l’anno in cui Colombo pubblica il suo primo contributo sulla meccanica celeste, un lavoro sul problema del movimento di un satellite artificiale nel campo di influenza del sistema Terra-Luna. Si tratta di un settore di ricerca, quello della meccanica celeste, che torna in auge alla fine degli anni Cinquanta con il lancio delle prime sonde spaziali e Colombo ne rimane affascinato. Nel giro di alcuni anni la sua reputazione scientifica cresce al punto tale da essere ritenuto uno degli esperti europei in materia, corteggiato dagli Stati Uniti (e reclutato dalla Nasa) per affrontare le sfide della nuova era spaziale. Pur essendo molti i contributi del suo ingegno – dalla missione Giotto sulla cometa di Halley alla missione Galileo su Giove solo per citarne alcune – il nome dello scienziato è legato anche al “satellite al guinzaglio”, il Tethered Satellite System, un satellite collegato con un filo al veicolo spaziale principale. Partendo da una intuizione di Mario Grossi, Colombo contribuisce a sviluppare il progetto: nel 1976 iniziano i primi studi di fattibilità alla Nasa e allo Smithsonian Center for Astrophysics e nel 1992 viene lanciato in orbita il primo satellite al guinzaglio (TSS-1) durante la missione STS-46 sullo Space Shuttle Atlantis.
A lui è dedicata la BepiColombo, una missione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con la Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) che rappresenta le fondamenta del programma di esplorazione di Mercurio dell’ESA. La missione è stata lanciata il 20 ottobre 2018 dal Centre spatial guyanais a Kourou, nella Guyana francese.