
Le tappe giorno per giorno
Giorno | Data | Partenza | Arrivo | Km |
53 | 13/06/2022 | Finale Ligure | Genova | 72 |
54 | 14/06/2022 | Genova | Comune di Ottone | 63 |
55 | 15/06/2022 | Comune di Ottone | Piacenza | 74 |
56 | 16/06/2022 | Piacenza | Reggio Emilia | 89 |
57 | 17/06/2022 | Reggio Emilia | Alma Mater Studiorum Università di Bologna | 78 |
58 | 18/06/2022 | Bologna | Università degli Studi Padova | 127 |
La nostra mente continua a registrare incessantemente un gran numero di luoghi: torri e pinnacoli, giardini botanici e antichi collegi, portali istoriati ed emblemi e tutti i luoghi del sapere che ritroviamo lungo il nostro cammino.
Della Riviera di Ponente, guardiamo, dalle alture dei ciglioni rocciosi, panorami impressionanti: la baia di Bergeggi, la fortezza Priamar, Varagine. Per questa via giungiamo a Genova (UNESCO) città costretta sul mare. Dalle strade nuove puoi scorgere a seconda di dove ti trovi, loggiati, cortili d’onore o scalinate sontuose. L’università di questa città ha sede in un palazzo voluto dalla Compagnia di Gesù, il cui ordine istruì anche il matematico Bartolomeo Sovero che a Padova più tardi insegnò matematica.
Partiti da Genova risaliamo nel secondo e terzo giorno di viaggio le anse tortuose del Trebbia fino a raggiungere la via che gli antichi tracciarono unendo Rimini a Piacenza; la città emiliana diede i natali al giurista Raffaele Fulgosio e al medico Giulio Casseri.
Partiti da Reggio, nel quinto giorno del nostro viaggio, arriviamo a Modena (UNESCO) dove si laureò il medico e naturalista Antonio Vallisneri e nacque l’astronomo derisore dell’astrologia Geminiano Montanari.
Al termine della quinta giornata di viaggio giungiamo finalmente a Bologna (UNESCO) città che, si dice, ama sfuggire gli affanni quanto votarsi al sapere e dove continuiamo a ritrovare, come in uno specchio, l’immagine della nostra storia: all’Archiginnasio rivediamo i cortili dagli ampi loggiati, il potere degli stemmi, i ricchi scaloni e ancora i portici, le arche dove riposano gli antichi maestri e i collegi medievali come quello voluto dal cardinale Albornoz eretto tra il 1365-67 per gli studenti spagnoli
Sarebbe inutile trascrivere i nomi di tutti coloro che vissero Padova e Bologna: da Girolamo Carano a Gabriele Zerbi, da Francesco Zabarella a Ludovico Cortusi, Speron Speroni a Pietro Pomponazzi, e ancora, più prossimi a noi, Gregorio Ricci-Curbastro, Augusto Righi, Giuseppe Fiocco la lista sarebbe troppo lunga.
Lasciata Bologna passiamo per Ferrara (UNESCO) dove studiarono, Nicolò Copernico e Giano Pannonio e in cui puoi ancora vedere la sede di quello Studio. Non ci fermiamo, desiderosi di fare ritorno a casa. Proseguiamo costeggiando la destra Po, raggiungiamo Rovigo, Monselice e finalmente Padova (UNESCO) “culla delle arti”, termine della nona e ultima tappa del nostro peregrinare di eterni viandanti.
Il 18 giugno a Palazzo Bo la cerimonia d’arrivo.

La data convenzionalmente fissata per la nascita dell’Università di Bologna è il 1088. Questo studio è considerato, fin dal medioevo, il più antico del mondo occidentale.
Lo Studio di Bologna sorse per spontanea e informale iniziativa di studenti. Un riconoscimento implicito delle Studio avvenne nel 1155 quando l’imperatore Federico Barbarossa garantì privilegi e protezioni a studenti e maestri. Ben presto il Comune comprese le potenzialità di questa nuova istituzione e iniziò a sostenerla.
La realtà comunale e quella universitaria, due invenzioni medievali, sorsero assieme e videro la presenza del protomaestro e stimato giurista Irnerio.
Nei primi secoli l’università non ebbe una sede specifica, le lezioni si svolgevano sotto ai portici, in alcuni spazi adatti dei monasteri o altri spazi affittati.
Dal XIII secolo gli scolari si riunirono in corporazioni basate sui luoghi di provenienza, a loro volta riunite in associazioni chiamate universitates guidate da un rettore. L’organizzazione era dunque affidata agli studenti e non, come nel caso parigino, ai maestri.
Nel XV secolo il potere della famiglia Bentivoglio si affermò in città sostenendo lo Studio bolognese attraverso la chiamata di illustri docenti.
Nel Cinquecento venne costruito il palazzo dell’Archiginnasio dove vennero riunite le diverse scuole fino ad allora erano sparse in città.
Dopo il Concilio di Trento l’università di Bologna perse la propria indipendenza: agli studenti venne chiesta una professione di fede e il rettore smise di essere eletto tra gli studenti.
La pressione del papato si fece sentire in misura sempre maggiore nel Seicento e Settecento quando assistiamo ad un declino dello Studio sebbene riscattato talvolta da brillanti personalità come Marcello Malpighi, Domenico Guglielmini e Luigi Ferdinando Marsili che fondò l’Istituto delle Scienze.
Durante il periodo napoleonico l’università di Bologna si ridestò. Lo Studio divenne statale e venne trasferito nel cinquecentesco Palazzo Poggi. Purtroppo dopo la parentesi di Bonaparte molti dei rinnovamenti vennero abrogati e solo con l’Unita nazionale l’Alma Mater assunse un nuovo ruolo di guida e modello per l’Italia.
Oggi l’Alma Mater conta 32 dipartimenti, 5 Scuole, 12 centri di ricerca estesi in tutta la Romagna. Gli studenti e le studentesse sono oltre 90000 di cui 7.062 stranieri e l’Ateneo si posiziona ai vertici delle classifiche internazionali per qualità della didattica e della ricerca guardando al futuro.
Il team della settimana

Francesco Fascetti Leon

Maurizio Minicuci

Hussam Elsheemy

Fabio Munari

Venerdì 17 giugno presso Palazzo Poggi si è tenuta la cerimonia di passaggio degli Scholares Vagantes all’Università Alma Mater studiorum di Bologna alla presenza del rettore di Bologna Giovanni Molari, del prof. Alessandro Bortolotti, Presidente del Comitato per lo Sport Universitario, e dei nostri prorettori Antonio Paoli e Paolo Sambo.