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Arturo Martini

(Treviso, 11.08.1889 – Milan, 22.03.1947)

Arturo Martini was born in Treviso in 1889 to a very poor family.

His artistic career began when his early talent took him, in a short amount of time, from his job in a goldsmith’s workshop to innovate the world of plastic arts, becoming one of the most important and original sculptors of the 20th century.

He was a sensitive and receptive artist who experimented greatly with techniques and materials. He brought back and favoured terracotta, an ancient technique that he had used during his early days as a potter in Treviso.

After the secessionist experience in Monaco and his training in Venice and Paris (as well as him following a number of artistic movements such as Futurism and the Ca’ Pesaro group), he developed the two-dimensionality of his initial works, arriving to classicism and an archaic style, adhering to the principles of the magazine “Valori plastici” (“Plastic values”) first and of the “Novecento italiano” (“Italian 20th century”) group afterwards.

In 1941, he was appointed professor of sculpture at the Academy of Fine Arts in Venice, teaching an entire generation of artists, some of whom became very famous, such as Alberto Viani.

The following year, to celebrate the two thousandth anniversary of the birth of Titus Livius Patavinus, he sculpted the monumental marble “Titus Livius Patavinus”, made possible thanks to a generous donation from a private individual.

Positioned in front of the lower wall of Palazzo Liviano of the University of Padova, the powerful “Livy” is depicted “alone with history”, without allegories, in close collaboration with the architecture of Gio Ponti, exalted by the large “archaeological” fresco by Campigli. A masterpiece that the chancellor Anti welcomed with great satisfaction, after his initial “bewilderment” at having approved sketches that were very different from the final statue.

In the summer of 1946, Martini completed another “classic” and extreme marble statue for the “Atrium of Heroes” inside Palazzo Bo: the Palinuro. This piece, dedicated to the memory of Primo Visentin, a partisan who graduated from the University of Padova with Giuseppe Fiocco, was displayed in honour of students who had died in the resistance movement.

La sua parabola artistica inizia con la precocità di un talento che dalla bottega di un orefice lo porta in breve tempo a innovare l’arte plastica sino a divenire uno tra i più importanti e originali scultori del Novecento.

Artista sensibile, ricettivo e grande sperimentatore di tecniche e materiali, recupera e predilige la terracotta, antica tecnica che pratica fin da giovanissimo come ceramista a Treviso.

Dopo le esperienze secessioniste di Monaco, la formazione a Venezia e a Parigi (e l’adesione a diverse correnti artistiche come il Futurismo e il gruppo di Ca’ Pesaro) sviluppa la bidimensionalità delle prime opere sino al classicismo, all’arcaico, aderendo ai principi della rivista “Valori plastici” prima, e del gruppo Novecento italianopoi.

Nel 1941 viene nominato docente di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, divenendo maestro di un’intera generazione di artisti, alcuni molto noti come Alberto Viani.

L’anno successivo, in occasione del bimillenario della nascita di Tito Livio, grazie alla generosa donazione di un privato, scolpisce il monumentale marmo Tito Livio.

Collocato dinanzi alla parete minore di Palazzo Liviano dell’Università di Padova, il possente Livio è figurato “solo con la storia”, senza allegorie, in stretto dialogo con l’architettura di Gio Ponti nobilitata dal grande affresco “archeologico” di Campigli. Un capolavoro che il rettore Anti, dopo l’iniziale “smarrimento” per aver approvato bozzetti molto diversi dall’opera finale, saluta con grande soddisfazione.

Nell’estate del 1946 porta a termine un altro marmo, “classico” ed estremo, per l’Atrio degli Eroi di Palazzo Bo: il Palinuro. L’opera, dedicata alla memoria Primo Visentin, partigiano laureato all’Università di Padova con Giuseppe Fiocco, viene esposta in onore degli studenti caduti nella guerra di resistenza.

Tito Livio, atrio di Palazzo Liviano Tito Livio, atrio di Palazzo Liviano
Palinuro, Palazzo Bo Palinuro, Palazzo Bo

Collocato dinanzi alla parete minore di Palazzo Liviano dell’Università di Padova, il possente Livio è figurato “solo con la storia”, senza allegorie, in stretto dialogo con l’architettura di Gio Ponti nobilitata dal grande affresco “archeologico” di Campigli.

Un capolavoro che il rettore Anti, dopo l’iniziale “smarrimento” per aver approvato bozzetti molto diversi dall’opera finale, saluta con grande soddisfazione.

Nell’estate del 1946 porta a termine un altro marmo, “classico” ed estremo, per l’Atrio degli Eroi di Palazzo Bo: il Palinuro. L’opera, dedicata alla memoria di Primo Visentin, partigiano laureato all’Università di Padova con Giuseppe Fiocco, viene esposta in onore degli studenti caduti nella guerra di resistenza.